Granata e viola, piccole pillole di un grande gemellaggio
- Daniele Nordio
- 22 ott 2018
- Tempo di lettura: 2 min

Sabato sera allo stadio "Grande Torino" andrà in scena Torino-Fiorentina, uno scontro sul campo dal sapore di voglia d'Europa ma sugli spalti sarà il rinnovo del gemellaggio tra le due tifoserie.
Quello tra i tifosi granata e viola è il gemellaggio più datato, e probabilmente anche più saldo tra due ambienti che in realtà dal punto di vista sociale non sono così vicini tra loro o almeno non sembrano. Una realtà più spensierata, volta all'essere estroversa come quella viola fiorentina, e una realtà più introversa, se vogliamo, riservata della tifoseria in riva al Po.
Un'unione di colori, bandiere, sciarpe che lungo tutti questi anni ha unito questi due popoli.
Una data ufficiale dell’inizio di questo gemellaggio non c’è: sappiamo che esiste da più di quarant’anni, probabilmente dalla fine degli anni ’60, quando una gloriosa Fiorentina si contrapponeva per la vittoria del campionato alla Juventus, da sempre una potenza politica, economica e sportiva, ma prima di tutto l'espressione della Torino dei signori, non a caso identificata con gli Agnelli, contrapposta a quella operaia, che si riconosceva molto più nel Toro che nella Vecchia Signora. Fu proprio in quel periodo che la rivalità tra viola e bianconeri vide i tifosi granata accorrere in sostegno alla Fiorentina.
Un significativo contributo a questo gemellaggio, a fine anni '60, fu dato da un ragazzo di Prato trapiantato a Torino per lavoro, soprannominato nell’ambiente della tifoseria viola "Cucciolo" che ha rappresentato il collante tra i colori viola e quelli granata.
In quei anni, la trasferta era un avvenimento per pochi, qualche decina di appassionati irriducibili. I mezzi di trasporto erano pochi e le automobili ancora un mezzo per “signori”. Juventus-Fiorentina, 1969, una manciata di tifosi viola si mettono in cammino verso Torino, impavidi, temono per la loro incolumità e tale "Cucciolo", divenuto ormai un temerario tifoso granata, memore delle sue origini toscane, si offre di tutelare, di ospitare, di patrocinare i sostenitori partiti da Firenze. Con altri appassionati del Toro si unisce al gruppo viola, sostiene e protegge, grida e garantisce. E’ l’inizio di un amore, il principio di un’unione.

Questo solo uno dei tanti aneddoti della storia di questa fratellanza ma il binomio tra le due società, prima che tra i tifosi, nacque a seguito della tragedia di Superga che, il 4 maggio del 1949, spazzò via in pochi secondi la squadra più forte di tutti i tempi. Il Grande Torino non c’era più e nella corsa alla solidarietà si distinse particolarmente la Fiorentina, la più solerte a girare ai granata alcuni suoi ragazzi della Primavera, per permettere al Toro di allestire una squadra da far scendere in campo e così finire il campionato e programmare quello successivo. Un legame quindi fortissimo, trasferitosi poi tra le tifoserie, che nonostante qualche incomprensione lungo questi anni rimane saldissimo.
A titolo di curiosità ricordiamo due incontri che si giocarono all'ultima giornata e che permisero una volta alla Fiorentina e l'altra al Toro di raggiungere un posto in Europa: il 18 maggio 2008 con la rovesciata di Osvaldo sul campo del Torino la Fiorentina si qualificò per la Champions; mentre il 18 maggio 2014 il Torino pareggiando 2-2 si qualificò per la Uefa League, grazie anche alle vicende societarie del Parma che portarono alla estromissione degli emiliani dalle competizioni europee.
Commentaires