Perseverare o cambiare?
- Daniele Nordio
- 29 ott 2018
- Tempo di lettura: 2 min

Il punto in classifica e la prova di carattere sono gli unici aspetti positivi della trasferta di Torino.
Per il resto: gioco, tecnica, precisione, bisogna ripassare più avanti.
Un dato di fatto, le difficoltà di creare gioco, che sta accompagnando la Fiorentina da qualche partita, almeno dalla vittoria contro l'Atalanta. Da lì, ci sono stati evidenti passi indietro nella creazione di palle gol e nella fisicità della squadra: i motivi possono essere diversi, non ultima una preparazione estiva finalizzata (ahi noi, per nulla!) ad essere al massimo tra agosto e settembre e ora la squadra sta rifiatando un po'.
La sfida di Torino ha evidenziato un reparto difensivo solido, sia nei singoli che nel gioco di squadra. Tutti giocatori affidabili con caratteristiche importanti: da Milenkovic a Lafont, da Pezzella a Biraghi.

La mediana, dopo un ottimo avvio di campionato, sta tentennando. Veretout è la costante brillante di questa squadra: anche nel ruolo di centrale si sta disipegnando egregiamente, ma forse il ruolo di mezz'ala, dove l'anno scorso ha strabiliato, potrebbe renderlo maggiormente incisivo per le sorti gigliate. Al momento Gerson ed Edimilson stanno rendendo meno di quanto si sperava e Dabo è uscito dai radar di Pioli, nonostante l'anno scorso il suo rendimento fosse stato positivo. Benassi, nonostante il rendimento sia altalenante, è imprescindibile per le sue capacità d'inserimento. Solo Norgaard fino adesso oggetto misterioso, acquistato per il ruolo di regista basso, potrebbe portare ad una variazione della mediana con Veretout riportato alla posizione originaria.
L'attacco è forse il problema più grande. Salvato Chiesa, stella viola, sempre incisivo, propositivo e agonisticamente attivo, il resto è un pianto. Simeone pare tornato il confusionario centravanti d'inizion stagione scorsa, ora però anche la sua capacità di giocare comunque per la squadra è insufficiente. Pjaca, tanto aspettato quanto deludente, non si capisce se le difficoltà attuali sono più fisiche che psicologiche. Gli altri, da Mirallas a Eysseric, da Vlahovic al desaparecido Thereau, non riescono ad essere positivi per la causa. I numeri del resto sono evidenti 16 gol fatti in 10 partite, di cui 9 tra Chievo e SPAL, sono veramente poca cosa.
Ora sta a Pioli rivitalizzare la squadra, la classifica è in linea con le ambizioni e ogni punto conseguito può far svoltare la stagione. Forse qualche correttivo in avanti si può pensare: una punta che affianchi SImeone, almeno in alcune partite, pensiamo a Chiesa più vicino alla porta, ma anche gli stessi Vlahovic o Thereau per dare maggior peso all'attacco, ma anche un Veretout con minor compiti difensivi.
Non siamo neanche ad un terzo del campionato, la strada è lunga, la classifica è corta, crederci è l'unica strada possibile.
capacità d'inserimento.
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