Pioli: «Pjaca? Lo aspettiamo presto. Simeone? Bisogna guardare anche oltre ai gol»
- Marco Innocenti
- 8 nov 2018
- Tempo di lettura: 4 min

In vista dell'importante trasferta di Frosinone, Stefano Pioli risponde alle domande dei giornalisti della sala stampa del "Franchi". La sua Fiorentina è chiamata a fare il passo decisivo per uscire dalle sabbie mobili dell'anonimato delle ultime settimane.
DOMANDA: Cos'è cambiato nel Frosinone nelle ultime 3 gare e che pericoli può nascondere questa gara?
PIOLI: «Il Frosinone ha sofferto all'inizio il salto di categoria e ha trovato poi degli equilibri migliori e la giusta compattezza, come sottolineato da questi 3 risultati utili consecutivi. Domani troveremo una squadra motivata, che sta vivendo un buon momento e che vorrà continuarlo».
D: Nelle 11 gare fin qui disputate, nessun gol è arrivato dalla panchina: quanto è preoccupato per questo e quanto questo potrebbe influenzare le chiacchiere di mercato fra lei e Corvino?
P: «Non è un buon dato. E' un'altra situazione su cui possiamo fare meglio. Io ho sempre creduto che sia importante non sbagliare gli 11 che iniziano la partita ma che sia anche molto importante chi entra in campo e questa è una situazione per la quale dobbiamo trovare delle soluzioni migliori. per quanto riguarda il parlare di mercato con Corvino, ora abbiamo una partita importante e poi c'è la sosta e ci sarà quindi modo e tempi per parlare di tutte queste situazioni».
D: Contro la Roma, Gerson è tornato. Pjaca quando?
P: «Credo presto. E' di sicuro un giocatore che va aspettato, un giocatore di qualità e sia io che lui stesso ci aspettiamo molto. Fisicamente sta tornando a buoni livelli ma vuole e può dare di più ed è quello che ci aspettiamo da lui».

D: Può essere realistica l'ipotesi di vedere Federico Chiesa come centravanti puro?
P: «Credo che lui sia un attaccante esterno, che deve e può accentarsi di più a seconda della situazioni. Contro la Roma, nell'azione in cui purtroppo non abbiamo segnato nonostante l'occasione clamorosa, è proprio la sua azione preferita. Poi se gioca a sinistra è più portato ad accentrarsi per la conclusione ed è la situazione su cui da oggi punterò di più. Ma è la situazione in cui ha sempre determinato le cose più importanti. Io non ho mai visto nessun avversario, anche i più forti che abbiamo affrontato, presentarsi con due uomini contro il portiere avversario. Poi dobbiamo metterci quella malizia e quella determinazione per farle diventare dei gol ma ditemi voi quale squadra in Serie A sa mettere due giocatori soli davanti al portiere. Poi ricordiamoci che parliamo del portiere della Roma, non di una squadra normale. Poi possiamo fare scelte migliori nelle situazioni ma abbiamo fatto due ottime partite a livello caratteiale, contro due squadre forti come Torino e Roma. Non ho sentito nessuno etichettare il Napoli come "incompiuta" solo perché ha pareggiato con la Roma. Cerchiamo di capire bene dove sta il nostro livello e dove sta quello di altre squadre. Possiamo fare qualcosa in più nel gioco ma sono state due ottime prestazioni caratterialmente e di una squadra che non ha voluto mollare. Poi che pretendiamo di più da noi stessi, siamo i primi e che vogliamo tornare a vincere è sicuro che sia così».
D: Questa vittoria che manca sta creando pressione?
P: «La vittoria manca e non c'è bisogno che sia l'esterno a metterci pressione perché siamo ambiziosi ed è giusto così. La squadra sente questa responsabilità, anche se è la più giovane d'Europa, e noi dobbiamo dare qualcosa in più sul campo».

D: Capitolo Simeone: in questa settimana ha parlato con lui? Ha avuto bisogno di una carica particolare?
P: «Tutti i mie giocatori hanno bisogno di parlare con me, di capire, di essere sostenuti, motivati e con Giovanni si sta facendo tutto quello che si deve. Bisogna andare anche oltre ma io capisco che per lui e per la gente il gol sia importante. La prestazione di Simeone contro la Roma è stata molto simile a quelle dello scorso anno e invece molto diversa da quelle ultime, in cui non era andato benissimo dal punto di vita del supporto alla squadra. Ha avuto due occasioni, in una non ha avuto un buon controllo ma ha comunque conquistato il rigore. Tutti gli attaccanti, anche i più forti, devono pensare a supportare la squadre, tutti però possono passare momenti delicati in fase di realizzazione. Lui deve continuare a lavorare e poi tornare a segnare sicuramente».
D: Per domani, tutti disponibili?
P: «Tutti a disposizione tranne Thereau che non ha recuperato da un affaticamento muscolare».
D: Domani per lei 50 gare sulla panchina della Fiorentina...
P: «Lasciamo stare che è meglio. Mi auguro che il mio percorso qui sia solo all'inizio, se è questo che volevi sapere. Poi lasciamo stare perché io quando festeggio queste ricorrenze non va mai bene...».
D: E' stata anche la settimana che ha riportato alla ribalta la sentenza del Tas, l'Europa League e la presunta accusa di ritardi nell'invio della mail a carico della società viola: lei ha la sensazione di essere stato tradito dalla società?
P: «Per me la situazione Europa è finita il 19 luglio, anzi, da lì è partita proprio un'altra stagione per noi, quella in cui c'era da cercare di conquistarsela, come è anche gusto che sia, attraverso il campo. Chi dice che io mi sento un uomo solo, non dice il vero. Non posso non credere a quello che la società mi ha detto, per il rapporto che c'è sempre stato con questa società e con questa dirigenza. Mi è stato detto che è stato fatto tutto il possibile e io devo crederci. E anche se la mail fosse arrivata in ritardo, non credo che avrebbe potuto fare alcuna differenza».

D: La convocazione di Veretout con la nazionale francese è una bella vittoria anche per lei.
P: «Una vittoria soprattutto del ragazzo, del lavoro che ha fatto e sono contento per lui. Sapevo che era nei pre-convocati ma vale ancora di più tenendo conto della qualità che ha a disposizione la rosa della Francia campione del mondo. Un merito a quello che ha fatto e alle sue qualità, non ha mai mollato anche nelle situazioni difficili, merito alla società che lo ha scelto perché mi ricordo i dubbi e le perplessità quando lo abbiamo preso. Lui ha obiettivi importanti ma non si deve accontentare e so che non lo farà perché ha grande predisposizione».
D: Cos'ha pensato quando ha visto il gesto di Mournho ieri sera?
P: «Non lo so, credo sempre che sia molto difficile giudicare senza trovarcisi, in quelle situazioni perché ognuno reagisce a modo suo. Forse l'aveva preparata ma non lo so...».
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