Pioli: «Contro la Samp, dovremo giocare ogni pallone come se fosse quello decisivo»
- Marco Innocenti
- 18 gen 2019
- Tempo di lettura: 6 min

Dopo la sofferta ma importantissimo vittoria di Coppa Italia sul Toro, la Fiorentina torna a tuffarsi nel campionato ed ospita al "Franchi" la Sampdoria. E mister Stefano Pioli, come ogni vigilia che si rispetti, è tornato in sala stampa per presentare la sfida contro i blucerchiati.
DOMANDA: Cosa ha lasciato di positivo la vittoria di Torino e, in vista della sfida contro la Sampdoria, se pensa che la si possa definire uno scontro diretto per l'Europa.
PIOLI: «La vittoria di Torino ha trasmesso grande positività e grande fiducia, mi sono piaciuti molto la mentalità e il fatto che la squadra sapeva di trovare in mezzo ad una partita secca e, per questo, ha giocato finalmente ogni pallone come se fosse quello decisivo. Noi dobbiamo insistere su questa strada e con questa mentalità perché quello che ci aspetta da qui alla fine è un campionato molto equilibrato e abbiamo davanti avversari molto forti, prima fra tutti proprio la Samp. Sono avversari che hanno valori molto simili ai nostri ma le squadre che vogliamo superare sono queste. E' chiaro che questa partita è molto importante per noi, per il nostro momento, per la nostra classifica e per il nostro futuro. Chiaramente non credo possa essere una partita decisiva ma dobbiamo ragionare in questi termini e dobbiamo fare il massimo per riuscire a portare a casa tre punti».
D: Simeone domenica è partito dalla panchina ma ha spaccato la gara con quella cavalcata che è valsa l'1-0 viola: come lo vede e come sta anche Muriel?
P: «Simeone sta bene, sia mentalmente che fisicamente. Ha il grande pregio di essere un ragazzo sereno e positivo e che dimostra di saper reagire alle difficoltà con il carattere e con la positività e questa è la strada giusta per un ragazzo che vuole diventare più forte nel futuro. Muriel sta bene, è arrivato in buone condizioni fisiche anche se forse non ha ancora i 90' nelle gambe ma è arrivato con entusiasmo e delle buone sensazioni ed è a disposizione così come Giovanni».
D: Visto che siamo al giro di boa, è contento di quello che avete fatto finora?
P: «Se finissimo il campionato a 52 punti non sarei contento. Possiamo solo far meglio nel ritorno. Ho detto spesso che nel girone d'andata avremmo meritato più punti ma i nostri punti ormai sono questi e quindi dobbiamo solo provare a fare meglio nel ritorno, quindi è bene cominciare subito col piede giusto».
D: Il mercato di gennaio della Fiorentina non è mai stato granché: quest'anno però sono arrivati segnali sorprendenti, che vorranno pur dire qualcosa. Cosa le ha detto ADV nel vostro recente incontro? E poi, quelli arrivati sono segnali di un ulteriore passo in avanti all'interno del progetto giovani?
P: «Io credo di sì, sono segnali importanti. Ho incontrato Delle Valle a inizio dicembre e io ho messo sul tavolo la possibilità di migliorare il nostro attacco, poi la società è stata bravissima a trovare Muriel ed anche a trovarlo nel tempo migliore possibile. L'acquisto di Traorè per la prossima stagione è un segnale importante di prospettiva e di programmazione, poi toccherà alla società chiarire e spiegare il nostro progetto».
D: Per la sfida di domenica, è più condizionato dal fatto che se la vince li aggancia tutti, anche in virtù di un calendario che potremmo dire favorevole, o più preoccupato del fatto che se la perde il campionato può dirsi quasi finito?
P: «Psicologicamente, sono sicuro che dovremo affrontare la partita come quella di domenica scorsa, perché vale tanto e dovremo solo dare il massimo per vincere. Ma non ci sono nemmeno preoccupazioni o paure, il calcio non si gioca con la paura... Rispetto, questo sì, per un avversario forte che sono tre anni che ha lo stesso allenatore, che anche nel campionato scorso, ad un certo momento, erano davanti a noi di 6 o 7 punti e poi siamo riusciti a scavalcarli. nel nostro girone di ritorno dovremo cercare di superare queste squadre davanti a noi, il Toro, la Samp, l'Atalanta e magari quelle ancora più avanti, ma non dobbiamo farci condizionare dalle paure perché in caso di sconfitta i punti diventerebbero tanti, ma piuttosto giocare la partita partita con l'assoluta convinzione di vincerla. E potremo farlo solo se giocheremo ogni singolo pallone come se fosse quello decisivo».
D: Traorè è sicuramente un segnale di programmazione ma lo sarebbe anche quello di aver chiaro quello che sarà il quadro tecnico. Quanto sarebbe importante per lei, che ha un contratto in scadenza a giugno, chiarire questo aspetto il prima possibile? E' vero che c'è l'opzione per la prossima stagione...
P: «Per me non è stato un problema cominciare il campionato in scadenza di contratto e non sarà nemmeno l'opzione a decidere il mio futuro. Io sono concentrato a ottenere il massimo in questo momento, poi al momento giusto ci incontreremo. C'è tanto da mettere sul tavolo e ci incontreremo quando sarà il momento».
D: Chiesa: lei gli hai chiesto più gol e lui a Torino ne ha fatti due.
P: «Domenica ha dato un segnale importante: ha avuto due occasioni e le ha sfruttate con la freddezza, la lucidità e la precisione che in altre occasioni non aveva avuto. Finora non era stato nemmeno particolarmente fortunato, se penso al palo di Genova ad esempio, e il suo bottino di reti poteva essere migliore ma mancano ancora 19 gare e tutti i miei attaccanti possono arrivare ad avere un bottino più consono alle loro qualità».
D: Capitolo centrocampo: ha rimesso Veretout in posizione di interno e davanti alla difesa ha un po' ruotato le carte a sua disposizione. Andrà avanti così o si aspetta qualcosa dal mercato?
P: «Per adesso pesco da quello che ho a disposizione. Ho buone caratteristiche ma non so cosa possa eventualmente arrivare dal mercato. Se però dovessimo restare così, ci sono elementi per costruire un centrocampo dinamico, di inserimenti, ma anche fisico e tocca a me trovare gli equilibri per far giocare al meglio i miei giocatori. Ci sono caratteristiche complementari per una squadra che subisce poco e costruisce: il centrocampo, con Veretout o no, funziona».
D: Mister, se Badelj la chiamasse e le dicesse che ha sbagliato ad andarsene e che vorrebbe tornare, lei cosa farebbe?
P: «Voi sapete la stima e l'affetto che ho per Milan, sia come giocatore che come persona. Lui ha il mio numero ma il mio telefono non ha squillato, quindi questa risposta la rimandiamo».
D: Saponara: può essere considerato un rimpianto oppure è un giocatore sul quale è stato scelto un percorso diverso?
P: «Riccardo è stato un giocatore importante, soprattutto nella seconda metà del campionato, dopo tanti problemi fisici. E' un giocatore di talento ma da me e dalla società sono state fatte valutazioni diverse che hanno portato a un modulo che non prevedeva il trequartista. Abbiamo puntato su altre scelte ed era giusto fare scelte diverse per il contributo che ha dato in tutto quello che abbiamo vissuto e quindi io gli auguro il meglio. Magari, a partire da lunedì».
D: In squadra, sono tutti al momento a disposizione?
P: «Ad oggi direi di sì. Hanno avuto qualche problema Sottil e Montiel, che dovremmo verificare negli ultimi allenamenti».
D: Come vivono i possibili partenti questo periodo di mercato? Ha visto qualche cambiamento?
P: «Nessuno ha dato segnali di non attenzione o non disponibilità, anche perché se arrivassero questi sarebbero subito ai margini. Siamo tutti dei professionisti e sappiamo di essere in fase di mercato ma non ho avuto sensazioni né richieste particolari. Si sono messi tutti a disposizione».
D: La Samp attacca con due attaccanti molto tecnici: la preoccupa questo o più la figura dell'incursore che spesso usano?
P: «La Samp gioca un calcio fatto di possesso palla, di fraseggio e di verticalizzazioni improvvise, è una squadra che produce un calcio offensivo ma ha, come tutte le squadre, dei punti deboli e noi proveremo a insistere su quelli per cercare di avere la meglio».
D: Gabbiadini le avrebbe fatto piacere averlo qui a Firenze? E cosa pensa del colloquio fra la società e tifosi? Potrebbe aiutare?
P: «Gabbiadini è un giocatore che ho lanciato io a Bologna ma io sono contentissimo degli attaccanti che ho a dispo. Sul colloquio, dico che sarebbe importante che avvenga, come sarebbe importante che ci fosse positività e, se per ottenerla, servisse più chiarezza, più comunicazione e un rapporto più vicino, allora l'incontro può far bene».
D: Quagliarella: l'eta ce l'ha ma i gol arrivano sempre. Quanto la preoccupa?
P: «E' un giocatore molto forte, abile a far salire la squadra, in tutte le situazioni tecnico-tattiche che la partita ti può far sviluppare. E' bravo a tenere palla e loro si appoggiano molto su di lui che in questo momento è in una condizioni psicofisica ottimale. Ma tutta la Samp è una squadra di ottimo livello e per batterla servirà una prestazione di ottimo livello. La Sampdoria gioca un calcio particolare e noi dovremmo essere bravi a contrapporci bene in entrambe le fasi di gioco».
Comments