Pioli: «Hancko titolare domenica. Mi aspetto un Chievo aggressivo. Il mercato? Chiuso in entrata»
- Marco Innocenti
- 25 gen 2019
- Tempo di lettura: 6 min

Come sempre, alla viglia della sfida di campionato contro il Chievo, Stefano Pioli si presenta in sala stampa per la consueta conferenza di presentazione.
DOMANDA: Mister, 18 partite da qui alla fine, per fare meglio dello scorso anno bisogna fare almeno 10 vittorie?
PIOLI: «Sarà inevitabile se vogliamo raggiungere il nostro obiettivo di migliorare quanto fatto nel campionato scorso. Per farlo, bisogna fare molti più punti di quelli fatti nel girone d'andata. Diciotto partite sono tante ma bisogna provare a correre veloce fin da domenica».
D: Domenica a Verona sarà la classica partita che gli allenatori possono non amare: Fiorentina che ha tutto da perdere e Chievo che invece non ha nulla da perdere. C'è il pericolo che diventi un po' una trappola?
P: «Dal punto di vista mentale la squadra la sta preparando bene perché sappiamo le difficoltà di questa gara, perché i numeri del Chievo parlano chiaro: dopo l'arrivo di mister Di Carlo, in casa non hanno mai perso e hanno fermato squadre anche più forti di noi, hanno perso solo con la Juve e a Genova contro la Samp. Giocano un calcio più propositivo e più aggressivo quindi sarà una partita con tante difficoltà anche perché il limite è sottile e noi dovremo essere attenti, determinati e precisi».
D: Domenica due squalificati: cosa si aspetta da chi giocherà al loro posto e come sta la squadra nel suo complesso?
P: «La squadra sta bene, sono tutti disponibili tranne i due squalificati. Gli altri hanno sempre lavorato bene e sono sicuro che si faranno trovare pronti e daranno il loro contributo per far bene questa partita».
D: Si riparte dall'orgoglio dell'ultima sfida contro la Samp?
P: «Sicuramente sì, ma anche dai primi 35' giocati in parità numerica nei quali abbiamo dimostrato di essere una squadra che sapeva cosa doveva fare, consapevoli che non ci possiamo permettere gli errori commessi nelle ultime due gare casalinghe».
D: Queste potrebbero essere ore decisive per la partenza di Pjaca. Il ragazzo le ha detto qualcosa al proposito?
P: «Per me chi lavora bene è convocato e Marko non ha mai dato segnali diversi. Vooi da tempo che dite che oggi potrebbe essere il giorno decisivo ma io non ho queste informazioni. L'unico giocatore che è venuto da me a parlare è stato Dragowski, che non sentiva più positivo il suo ruolo qui per la sua carriera ed è stato accontentato. E' arrivato Terracciano, peraltro molto bene come affidabilità e positività, ma altri giocatori che hanno bussato per chiedere di andare non ce ne sono stati».
D: Domenica si aspetta un Chievo come quello visto a Napoli, di estremo contenimento, o pensa che cercheranno anche di provare a vincerla?
P: «E' difficile immagine la strategia degli avversari ma nella loro testa c'è la convinzione che devono cercare di vincere tanto per provare a salvarsi. Mi aspetto a dire il vero un Chievo più aggressivo, anche per le dichiarazioni dei suoi giocatori e per l'atteggiamento che sta avendo il Chievo ultimamente. Dobbiamo aspettarci sia una squadra che ci attende che anche una squadra più aggressiva. Poi, al di là delle scelte che faranno, ci lasceranno sicuramente qualche spazio e noi dovremo esser bravi a colpirli».
D: La società ormai dice sempre che, visto che i campioni non possiamo comprarli, dobbiamo farceli in casa: lei crede alla possibilità che possa nascere una Fiorentina vincente, che lotti con le prime 6/7 del campionato, con questa politica?
P: «Assolutamente sì. Solo con i giovani non sarà possibile ma quest'anno non abbiamo solo giovani ma anche qualche elemento d'esperienza. Noi non possiamo comprare campioni ma dobbiamo certamente farceli in casa e questo ci darà sicuramente la possibilità di tornare ai livelli che competono alla Fiorentina e di tornare a lottare per quei traguardi per i quali la Fiorentina ha sempre lottato».
D: Qualche ingenuità però a una squadra così giovane va perdonata. Ma questi giovani come stanno? Sono davvero convinti di poter fare un girone di ritorno eccellente?
P: «Io di una cosa sono certo e convinto: loro credono fermamente in quello che stanno facendo. Ognuno di loro, da luglio ad oggi, è cresciuto tanto così come la squadra nel suo complesso. Sono consapevoli delle proprie possibilità e le vogliono mettere sul campo. Noi vogliamo provare a fare un girone di ritorno importante e già domenica non abbiamo vinto una partita che potevamo e meritavamo di vincere».
D: In vista di mercoledì con la Roma, pensa a un po' di turnover? Piu Dabo o Norgaard?
P: «In vista della Roma abbiamo già i due squalificati ma prima c'è la partita col Chievo che è altrettanto importante. In entrambe le partite saranno schierate due formazioni competitive. Sono due obiettivi a cui teniamo tanto ma ora pensiamo al Chievo. Poi penseremo alla Roma».
D: Domenica contro la Samp è stata una partita che ha fatto arrabbiare molti specie perché gli errori individuali vi hanno condannati al 3-3, errori sia in fase conclusiva che in fase difensiva. C'è da ragionare su questo?
P: «C'è sicuramente da ragionarci su perché non possiamo penalizzarci da soli. Già ci sono gli avversari e noi dobbiamo solo pensare ad essere più attenti e concentrati. Nei 90' certe ingenuità fanno parte della giovane età ma adesso bisogna metterle da parte perché, se vogliamo fare un girone di ritorno migliore, certi errori vanno superati».
D: Con Chiesa e Muriel la Fiorentina ha una coppia d'attacco fra le più veloci: è ipotizzabile una Fiorentina che, più che fare la partita, abbia un atteggiamento con difesa e centrocampo più vicini e pronta al contropiede? Tipo quello che sta facendo il Parma, per intenderci...
P: «Sì, però Fiorentina e Parla hanno due filosofie di gioco completamente diverse. Dovremo però anche essere intelligenti a sfruttare le nostre caratteristiche a nostro vantaggio. La nostra filosofia di gioco però è fatta di altre situazioni».
D: Questo di gennaio è anche un mercato di grandi ritorni: c'è la possibilità di un Badelj-bis qui a Firenze? C'è stata la famosa telefonata?
P: «No, non c'è stata nessuna telefonata. Credo anzi che il nostro mercato in entrata sia finito».
D: Oggi Corvino ha ribadito la sua stima verso di lei. Le sente questa stima dell'ambiente?
P: «La stima fa molto piacere e di sicuro è una spinta in più ma ora non ho assolutamente voglia, anche per certe esperienze passate, di parlare del mio contratto. Concentriamoci su questo periodo decisivo, se vogliamo essere a marzo/aprile lì a giocarci il nostro obiettivo».
D: Tornando alla gara contro il Chievo, la preoccupa il fatto che qualche ragazzo, proprio in virtù della giovane età, possa farsi prendere dai nervi se il risultato non si sblocca subito?
P: «Vorrebbe dire che siamo partiti proprio con la mentalità sbagliata. Quella contro il Chievo sarà una partita combattuta, difficile da sbloccare ma l'importante è che la squadra abbia l'idea di come vuole approcciare la partita. Ci aspettiamo un avversario difficile e per vincere dovremo soffrire e stringere i denti e sfruttare le occasioni che ci capiteranno, o per nostra bravura o per errori degli avversari».
D: Biraghi out: ci sarà Hancko al suo posto? Quanta curiosità c'è di vederlo all'opera?
«Chiaramente David sarà in campo, ha sempre dimostrato una crescita continua. E' un ragazzo che, come tanti giocatori dell'est, che ha molta fame e lavora sempre per migliorare. Quando è stato chiamato in causa si è sempre fatto trovare trovato pronto, è forte, è già nel giro della Nazionale e mi aspetto da lui una buona prova perché le mie aspettative su di lui sono alte».
D: Simeone sta ancora facendo fatica. In Primavera c'è Vlahovic che sta facendo benissimo. Visto che lei ha sempre detto che accanto a Muriel vuole una prima punta e con un Vlahovic così, Simeone deve dormire preoccupato?
P: «Io ho sempre detto che Muriel può giocare con o senza un centravanti accanto. Muriel quando gioca da solo preferisce venire incontro ma lo fa anche con giocate che possono mandare in porta gli altri. Per quanto riguarda Simoene, il tridente domenica lo abbiamo visto in campo solo fino a che siamo rimasti in 11 contro 11 e credo che abbiamo creato delle belle situazioni, creando anche ottime occasioni da rete. Credo che si sia mosso bene e il fatto che Vlahovic stia facendo bene parla solo a favore della scelta della società, del fatto che è un classe 2000 molto forte, che poteva fare di certo 20 o 30 gol in Primavera ma questo dimostra anche il fatto che per adesso la differenza fra la prima squadra e il campionato Primavera è ancora davvero tanta. Giovanni deve sapere che con l'arrivo di Muriel, adesso c'e molta più competizione là davanti e che per giocare bisogna dimostrare tanto. Ma nessuno deve mai pensare di giocare sempre e serve che chi va in campo, titolari o dalla panchina, sia determinante e decisivo».
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