Pioli, perché questa uscita?
- Daniele Nordio
- 12 mar 2019
- Tempo di lettura: 2 min

Stefano Pioli, quasi sicuramente, il prossimo anno non sarà più l'allenatore della Fiorentina. L'uscita nel post gara del tecnico: «Il mio futuro l'ho già deciso e lo comunicherò alla società. Non sarà comunque un'opzione sul contratto a decidere il mio futuro. Bisogna valutare tutto», ha colto di sorpresa tutti, dai tifosi agli addetti ai lavori, non ultima la Società, a cui in realtà non è piaciuta l'esternazione nei modi e nei tempi, col rischio di destabilizzare l'ambiente in vista di quello che al momento rimane l'obiettivo primario: il ritorno della semifinale di Coppa Italia a fine aprile. Certo, per il rispetto di tutti le prossime partite della Viola non potranno essere amichevoli.
Al di là delle parole mister Pioli e il suo gruppo al momento sono una forza unica, coesa, granitica: non pare esserci dubbio che si arriverà a fine stagione tutti uniti. Quella dichiarazione però non sembrava necessaria.
La tifoseria intanto si divide su Pioli: se da un lato forse non è un tecnico che appaga l'occhio, lo spettacolo, con qualche limite di scelta tattica, ma le responsabilità in questo caso è anche di chi e quali giocatori mette a disposizione, forse al tecnico si può imputare di aver avallato alcune scelte: mancanza di un regista, non aver avuto un alter ego di Simeone per tutto il girone d'andata...Dall'altro è innegabile la capacità di Pioli di creare gruppo: aver ripreso da zero l'anno scorso una squadra e totalmente smantellata non è stato facile, tenere tutti uniti dopo la tragedia di Astori è stato umanamente straordinario.
Ora, dopo gli attestati di stima della società, forse Pioli ha captato un cambio di rotta, e ha voluto sottolineare che vorrà essere comunque lui a sceglersi il futuro.
Il momento probabilmente non era ancora opportuno per rivendicarlo, ci sono ancora pagine viola da scrivere.
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