Tra il nodo Chiesa e la suggestione De Rossi
- Daniele Nordio
- 25 giu 2019
- Tempo di lettura: 2 min

Con il ritorno in Italia di Rocco Commisso in questi giorni, in casa Fiorentina ci sono stati incontri programmatici con Pradè, Montella, Antognoni e il fidato braccio destro Barone per quel che riguarda il prossimo mercato.
Tante questioni sul tavolo: da Chiesa, che terminata l’avventura europea con Under 21, dovrà risolvere il proprio futuro. Le parole di Commisso sono chiare: se non ci sono preaccordi con altre società, Federico rimane. Chiesa non si è ancora espresso, presto lo farà. Si parla di un preaccordo tra Chiesa, la Juventus e i Della Valle, a giorni dovrebbe essere tutto più chiaro. La presenza o meno di Chiesa cambia in modo evidente il prossimo mercato viola
Nella prima riunione avvenuta domenica nell'albergo in cui alloggiava mr Rocco sono state praticamente cancellate dal foglietto le suggestioni Ibra e Balotelli, che avevano cominciato a circolare velocemente tra la tifoseria. I caratteri, gli impegni economici necessari per portarli a Firenze non paiono ora possibili.
Una suggestione che potrebbe concretizzarsi è quella relativa a De Rossi. Il Capitan senza Futuro della Roma, dopo l’addio al Tevere potrebbe ritrovarsi a giocare in riva all’Arno: la concorrenza di Sampdoria, Milan, Inter e Bologna, potrebbe essere vinta dai viola grazie al rapporto solido con Pradè e Montella e per il rapporto molto stretto che aveva con Davide Astori.
Intanto Veretout è pronto a lasciare la Fiorentina, dopo che da mesi il suo procuratore Giuffredi lo sta offrendo a destra e manca, l’approdo del francese è destinato ad essere Roma o Milan, il Napoli, primo corteggiatore, sembra più defilato. La Fiorentina chiede almeno 25 milioni, c’è la possibilità che vengano inserite delle contropartite tecniche: alla viola potrebbe interessare il terzino Pelligrini dai giallorossi, l’anno scorso al Cagliari, mentre al Milan Montella stima molto Rodriguez. A centrocampo i viola stanno seguendo molto da vicino l’empolese Bennacer, che tecnicamente potrebbe ricordare il Pizzarro del primo ciclo montelliano a Firenze, mentre dall’Udinese Mandragora è tenuto molto in considerazione da Pradè.
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