I grattacapi, stavolta, arrivano dalla Corea
- Marco Innocenti
- 6 ott 2016
- Tempo di lettura: 2 min

Un legal-thriller al quale nei prossimi giorni si aggiungerà un'altra pagina, quello che vede come protagonisti il 18 nordcoreano Song Hyok Choe e la Fiorentina. Ne parla stamani anche La Gazzetta dello Sport che prende spunto dal pronunciamento del Tribunale Federale Nazionale della Figc. Ma proviamo prima a ripercorrere la storia, per capirci meglio.
Song Hyok Choe viene tesserato dalla Fiorentina nel febbraio scorso, appena compiuti i necessari 18 anni, dopo averlo notato prima al Mondiale Under 16 in Thailandia e poi durante un'amichevole nel lungo periodo di ritiro che la nazionale di Pyongyang svolse lo scorso anno in Umbria, in vista della kermesse Mondiale Under 17 in Cile, nella quale la Corea del Nord si fermò agli ottavi, sconfitta dal Mali. L'arrivo del ragazzo, però, sollevò un grande interesse. Non tanto per le sue prove sul campo, con appena qualche spezzone di gara disputata con la maglia della Primavera viola, quanto piuttosto per ragioni politiche, visto che c'era il sospetto che il regime nordcoreano - da anni ormai sottoposto ad embargo internazionale per le sue politiche liberticide - concedesse ai propri talenti di lavorare all'estero, requisendo però buona parte dei guadagni maturati. Si arrivò addirittura a presentare un'interrogazione parlamentare in merito, caduta poi nel dimenticatoio.
La Fiorentina, che non vuole ovviamente essere in alcun modo associato ad un regime dittatoriale come quello nordcoreano, corre ai ripari svincolando il ragazzo già a luglio, anche perché il nuovo dg Pantaleo Corvino non è rimasto colpito dalle doti di Choe e, nel frattempo, ha provveduto a pescare altri giovani talenti nel suo stesso ruolo, tutti molto meno "ingombranti" a livello d'immagine. Lo svincolo però avviene secondo la procedura riservata a quei calciatori che non hanno in essere un contratto professionistico.
A quel punto, i legali di Song Hyok Choe presentano ricorso, sostenendo che il contratto invece esiste, solo che non è stato depositato. «Dopo lo svincolo, lo abbiamo depositato noi - ha spiegato l’avvocato Fabio Giotti - E la Federcalcio ci ha dato ragione, riconoscendone la validità. Appena il ragazzo tornerà dagli impegni con la nazionale, chiederemo stipendi arretrati e reintegro in squadra». La Sezione Tesseramenti del Tribunale della Figc, infatti, ha accettato il ricorso del giocatore che adesso si trova in patria con la Nazionale Under 20 ma che presto potrebbe tornare a Firenze e chiedere di venire reintegrato.
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